L’attore, regista e scrittore Silvio Muccino non è nato a Todi, ma ci ha vissuto qualche mese, giusto il tempo di innamorarsene.

La sua permanenza iniziò ai tempi della scuola: ne aveva già cambiate 3 prima, e il suo vivere nelle altre città era durato così poco che quasi non aveva avuto il tempo di assaporarle. Ogni volta che si trasferiva si immaginava come una pagina bianca su cui scrivere una nuova avventura. Le sensazioni che gli ha trasmesso Todi erano diverse però, più profonde e intense.
La città per Muccino era un’isola felice in cui rifugiarsi quando si aveva bisogno di respirare a pieni polmoni. Da quel primo giorno, Todi non era rimasta una semplice parantesi di passaggio ma un vero e proprio luogo da vivere a 360 gradi.

Silvio Muccino se la ricorda bene la meravigliosa campagna tuderte, fatta di vicoli stretti che si aprono nella suggestiva e medievale Piazza del Popolo, le piccole botteghe artigianali e i sorrisi degli abitanti che si incrociavano per la strada. L’atmosfera di Todi ti rende più creativo, e lo scrittore sfruttava questa magia per i suoi libri.
Al posto delle ore di recitazione e regia amava imparare l’arte della falegnameria e del restauro. Piano piano le sue abitudini e routine sono cambiate, Todi lo stava trasformando in una persona nuova, con passioni che neanche lui sapeva di avere.

Gli appuntamenti della giornata erano sempre gli stessi, tappa dalla ferramenta fuori Porta Soprana, dalla signora della lana, il paninaro in piazza e la libraria sotto il Duomo, luogo in cui si concedeva una pausa per studiare nuovi argomenti.

Che cos’è stata Todi per Silvio?

È stato “vento”, un vento che ha scosso in lui delle sensazioni di cui aveva bisogno. La sua vita qui è durata 3 anni, e quando quell’esperienza giunse al termine ha lasciato una sensazione di vuoto.
Oggi resta un forte legame con la nostra terra: ogni volta che torna sente quell’ondata di aria fresca, il piacere della familiarità e il brivido della “prima volta”.

Todi è casa e primo giorno di scuola.