Matteuccia di Francesco da Ripabianca, meglio conosciuta come Matteuccia da Todi, fu tra le prime donne ad essere perseguitate e condannate per stregoneria.
Tutto ciò che oggi conosciamo sulla sua vita e sulla sua morte arriva dagli atti del processo che fu istruito a suo carico e, poiché né lei stessa né altri intervennero nella difesa occorre analizzare ogni parola per comprendere le informazioni a noi giunte.
Quanto avvenne a Todi nel 1428, quando Matteuccia fu processata dal Tribunale dei Malefici e condannata al rogo dal Capitano Lorenzo de Surdis, può essere ripercorso attraverso i luoghi della città dove si svolse la triste vicenda.
Partiamo quindi dall’Archivio Storico del Comune di Todi dove sono conservati i preziosi verbali del processo e la sentenza della condanna, scritti in latino, che riportano nei minimi particolari le accuse rivolte alla donna. In essi si racconta di come Matteuccia riuscisse a guarire i malati, togliere fatture e malocchi, far nascere l’amore e fermare i mariti violenti, si racconta persino di due episodi celebri: il primo quella che l’avrebbe vista compiere un volo magico fino al noce di Benevento a cavallo del demonio nelle sembianze di un capro, il secondo in cui avrebbe convinto un uomo a recuperare il corpo di un annegato nel Tevere per estrarne un olio che curasse le ferite di un malato.
Si dà il caso che l’uomo incaricato della missione fosse al servizio di Braccio da Montone, condottiero e capitano di ventura che fu signore di Perugia e per un breve periodo anche di Todi, il quale si scontrò diverse volte con la Chiesa e Papa Martino V. Pare che lo stesso Andrea Fortebraccio -questo è il suo vero nome- usufruisse dei servigi della “strega”, e forse fu proprio per questo che, quando nel 1424 il cavaliere morì, venne meno la protezione assicurata a Matteuccia che si trovò dalla parte sbagliata e fu così condannata per questioni politiche e venne bruciata sul rogo in pubblica piazza per dare un chiaro e forte messaggio ai sostenitori di Braccio.
Dopo la condanna dunque posero in testa alla donna una mitria, le legarono le mani dietro la schiena e, in groppa ad un asino, la condussero su luogo del rogo che si dice fosse l’odierna Piazzetta del Montarone nel Rione Borgo.
Tra i suoi accusatori si annovera anche Bernardino da Siena, dei frati minori francescani, che predicava contro le donne che sospettava lavorassero al servizio del demonio, e che, naturalmente, era fedele al Papa. Si dice che lo storico tiglio monumentale presente davanti al Convento di Montesanto venne piantato dallo stesso Bernardino, in occasione della visita del religioso a Todi che sarebbe avvenuta proprio nel 1428.
Vi sono altri due luoghi a Todi in cui si è scelto di ricordare Matteuccia da Ripabianca: la prima è Piazza del Popolo, dove nel 2013 in occasione del Todi Festival è stata portato in scena lo spettacolo “Processo alla strega”, scritto da Silvano Spada, diretto da Enrico Lamanna e interpretato dalla celebre attrice Ornella Muti; il secondo è L’Orto della strega Matteuccia, il giardino delle erbe aromatiche e officinali dell’Istituto Agrario di Todi. La scuola ha deciso di intitolare il giardino alla donna perché Matteuccia era, innanzitutto, Domina Herbarum, erbaiola e guaritrice, conoscitrice delle proprietà curative e medicinali delle piante che oggi sono coltivate in questo luogo.